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L’uscita invernale

#Consigli per imparare all'aperto

Un’esperienza unica per allieve e allievi

Benché tutto ci sembri immobile e assopito, il bosco in realtà è sempre attivo, anche in inverno. Le cose sono semplicemente più nascoste, e lì sta il bello. Saremo capaci di svelare la vita segreta della foresta?
Di seguito viene descritta un’attività invernale nel bosco.

di Lia Beretta

È una limpida giornata invernale. La classe aspetta con ansia l’arrivo del forestale, che ha promesso di portarli nel bosco anche durante la stagione più fredda. Alcuni genitori erano un po’ preoccupati, ma hanno seguito le raccomandazioni della maestra ed hanno imbacuccato i figli con scarponcini caldi, calze di lana, guanti e berretta. Come dicono sempre le nonne, quando le estremità sono ben protette anche il resto del corpo non soffre il freddo. Anzi, per il momento tutti questi strati ci tengono addirittura un po’ troppo caldo!

Finalmente arriva il forestale, siamo pronti per partire. Ma attenzione ad aguzzare la vista, ci avverte: tanti animali in inverno si avvicinano ai centri urbani per cercare cibo e calore, potrebbero aver lasciato qualche traccia nel corso delle loro incursioni… In effetti lungo la strada che porta al bosco sono stati nascosti degli indizi: qualche piuma, un ciuffo di peli, una pigna rosicchiata, un’impronta, una cacca. Ad ogni avvistamento, ci si ferma per capire a quale animale potrebbe appartenere l’oggetto trovato. Le tracce più vicine alla scuola appartengono a coloro che non hanno troppa paura di avvicinarsi alle nostre case, come le volpi e gli uccelli, mentre quelle più vicine al bosco sono di animali che raramente si avventurano fuori dal proprio habitat, come i chinghiali e i cervi. Mentre loro rimangono attivi tutto l’inverno, molti altri hanno invece escogitato differenti strategie per sopravvivere a questi rigidi mesi, racconta il forestale: le piante si mettono in stand-by, i ricci e i ghiri si mettono a dormire, insetti e anfibi si sotterrano in stato di ibernazione, alcuni uccelli e farfalle prendono il volo e si dirigono a sud per svernare.

Con tutto questo parlare non ci siamo quasi accorti della camminata fatta! Siamo arrivati al nostro posto abituale nel bosco. Come primo gioco di attivazione, il forestale propone alla classe di mettersi nei panni di uno degli animali di cui abbiamo appena parlato: lo scoiattolo. Questo roditore costruisce con cura le sue scorte invernali, e così dovranno fare anche i bambini: ad eccezione di due compagni, che faranno i ladri, gli altri ricevono 15 noci a testa e corrono a nasconderle in un’area delimitata del bosco, senza farsi vedere dagli altri e non potendo mettere più di 3 noci nello stesso punto. Poi si ritorna alla linea di partenza. Per superare il mese di dicembre, uno scoiattolo ha bisogno di 3 noci. A gennaio invece c’è molta neve, e lo scoiattolo deve trovare 4 noci saltellando su una gamba sola. Febbraio è la stagione degli amori, lo scoiattolo deve trovare 5 noci ma può correre su entrambe le zampe. Ogni volta, gli scoiattoli hanno solo un minuto per trovare le noci e portarle alla maestra. I ladri rendono il gioco più difficile perché sopravvivono rubando le scorte degli altri. Chi non trova il cibo per tempo, soccombe all’inverno e viene eliminato dal gioco.

Ora che siamo tutti attivi e concentrati, il forestale propone di passare ad un’altra tematica. D’inverno il bosco sembra così spoglio e silenzioso, c’è davvero qualcosa da osservare? Certo, il suolo! Una risorsa invisibile ma incredibilmente ricca e importante. Gli allievi vengono mandati alla ricerca di materiali presenti per terra, da raccogliere separatamente in bicchierini trasparenti. Sassi, sabbia, terra di diverso tipo, humus, foglie,… Se li impiliamo nel giusto ordine, questi bicchieri rappresentano gli strati del suolo. Il forestale si aiuta con uno schema e delle immagini per mostrare agli allievi il profilo di suoli diversi. Dopodiché, ha organizzato un piccolo esperimento per far scoprire il potere filtrante del terreno boschivo: a gruppi, gli allievi ricostruiscono in un vaso gli strati del suolo, su cui poi versano dell’acqua sporca. Cosa succede all’acqua che passa attraverso il vaso? In cerchio, sorseggiando un meritato tè caldo, la classe riflette sull’importanza di questa funzione di purificazione per la nostra vita di tutti i giorni.

Prima di ripartire, si fa un ultimo gioco di commiato. Rimaniamo sul tema dell’acqua: tutti in piedi in un grande cerchio, ci vogliamo trasformare in… temporale! Cominciamo strofinando le mani per simulare una pioggia leggera, battiamo le mani sulle gambe per fare una pioggia più forte, pestiamo i piedi per fare il tuono e battiamo le mani per fare i fulmini. Pian piano, il temporale si smorza. Alla fine facciamo tutti un bel respiro profondo, rimanendo in silenzio qualche secondo per assaporare il profumo del bosco e l’aria pizzicante sul viso.

Ti è venuta voglia di passare una bella mattina d’inverno all’aria aperta?

Questo articolo è apparso sul numero 92 di Forestaviva, dicembre 2023

Parlare.
Confrontarsi.
Discutere.

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