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Termini, definizioni e interpretazioni

Definire è semplificare, a volte in modo estremo. Tuttavia, ecco alcune definizioni di termini che compaiono spesso nelle nostre newsletter e pubblicazioni. Si tratta di nostre libere interpretazioni.

L’apprendimento all’aperto è un termine di ampia concezione che indica tutto l’apprendimento al di fuori degli edifici scolastici o di apprendimento formale e che viene utilizzato da anni nel nord Europa. Un altro termine, che noi di SILVIVA usiamo quasi come sinonimo, è apprendimento nel mondo reale.

Quando ne parliamo ci riferiamo principalmente alla definizione di  Bentsen et al., 2021, S. 1:

«attività di insegnamento e di apprendimento conformi agli obiettivi del piano di studi, svolte al di fuori della classe ma durante l’orario scolastico;

– un insegnamento adattato al contesto esterno e basato sulle esperienze vissute e la risoluzione di problemi;

– un apprendimento incentrato sull’allievo/a e guidato dall’insegnante;

– l’integrazione dell’attività fisica non come fine ma come mezzo per raggiungere degli obiettivi pedagogici e didattici;

– una regolarità nella pratica, indicativamente da una a due volte alla settimana.»

Per una visione più approfondita del concetto di apprendimento all’aperto, outdoor learning in inglese, vi invitiamo a consultare il nostro volume di ricerca: High-Quality Outdoor Learning.

Nel 2015, SILVIVA ha lanciato il progetto Insegnare all’aria aperta accompagnato dal manuale Draussen unterrichten (in tedesco) e L’école à ciel ouvert (in francese) e da allora l’apprendimento all’aperto ha iniziato a diffondersi considerevolmente anche in Svizzera.

All’inizio la nostra attenzione era rivolta soprattutto sul corpo docenti: da qui il titolo del progetto “Insegnare all’aria aperta”. Con lo sviluppo del progetto, l’obiettivo generale è diventato molto più chiaro: le bambine e i bambini sono al centro dell’attenzione, perché hanno diritto di sviluppare al meglio il loro potenziale. Hanno diritto, come diceva Carl Sagan, a “scetticismo e meraviglia”: a svariate opportunità di percepire, sperimentare ed esplorare e a svilupparne una comprensione. Hanno anche diritto ad un insegnamento e ad un apprendimento di qualità, attraverso delle esperienze che andranno ad aumentare la propria efficacia personale e le loro competenze sociali.
Ciò significa che è fondamentale offrire ai bambini il miglior supporto possibile per il loro apprendimento. Di conseguenza, ciò richiede l’apprendimento e lo sviluppo di competenze da parte di tutti i soggetti coinvolti: insegnanti, direttrici e direttori scolastici, formatrici e formatori ASP, responsabili dell’istruzione e genitori.

Ecco perché oggi parliamo piuttosto di “imparare all’aperto”. Tuttavia, quando ci riferiamo in modo specifico dello sviluppo di competenze di insegnanti, amministratori scolastici e professori, usiamo ancora il termine “insegnamento all’aperto” o “insegnamento all’aria aperta”.

Ragazza e donna con lente d'ingrandimento

Giovani e meno giovani passiamo sempre più tempo davanti agli schermi. Sempre più attività e interazioni professionali e private si svolgono in mondi virtuali o tra quattro mura. Per questo è stato coniato il concetto di “estraniamento dalla natura”.

Ma l’essere umano è parte della natura, in quanto la maggior parte della sua evoluzione è avvenuta per adattarsi ad essa e quindi necessitiamo del contatto con essa per stare bene. Altrimenti, è possibile incappare in disturbi della salute sia a livello fisico che psicologico (disturbo da deficit di natura). Abbiamo quindi bisogno di contatti con la natura che siano continui e prolungati per garantirci una buona qualità di vita.

Da SILVIVA non screditiamo l’apprendimento all’interno e non consideriamo i due approcci in modo antitetico. Tuttavia siamo consapevoli che l’esperienza e la ricerca scientifica confermano che le esperienze didattiche svolte in spazi naturali funzionano. Per questo motivo, promuoviamo il più possibile l’apprendimento nella e con la natura, il quale rientra nel concetto di apprendimento all’aperto e si caratterizza per la sua localizzazione in spazi naturali, più o meno antropizzati.

Intendiamo l’apprendimento nella e con la natura in senso lato. Per noi non esiste una forma giusta: c’è un’ampia varietà di possibilità che possono adattarsi al meglio alle diverse esigenze e ai diversi obiettivi d’apprendimento. Usare materiali naturali per esercitarsi con la matematica, approfondire i fenomeni naturali, usare l’esperienza in natura come appiglio per affrontare questioni complesse come il cambiamento climatico o anche svolgere una qualsiasi lezione fontale all’esterno: purché migliori l’impatto sull’apprendimento, tutto è possibile.

Per SILVIVA l’apprendimento basato sull’esperienza è di importanza fondamentale. Un apprendimento efficiente avviene al meglio attraverso esperienze concrete nel mondo reale, preferibilmente in ambiente naturale. L’esperienza, l’interazione con il luogo di apprendimento, il contatto con gli altri partecipanti nonché con le formatrici e i formatori del corso, generano motivazione e senso di responsabilità. Inoltre, l’apprendimento attivo e basato sull’esperienza incrementa la motivazione nell’apprendimento.

Vedi sopra: Imparare nella e con la natura

La sostenibilità è un concetto ampio e fluido che vede le sue origini nell’ambito della silvicultura, dove dal XXI secolo è un principio guida per garantire un approccio lungimirante.

Siamo abituati a usare i termini “sostenibilità” e “sviluppo sostenibile” come sinonimi. La sostenibilità è vista come un processo di apprendimento evolutivo, aperto e sostenibile di generazione in generazione. Lo sviluppo sostenibile è stato definito nel 1987 all’interno del rapporto Bruntland con le seguenti parole: “Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.”.

Lo sviluppo sostenibile non ha valenza regolativa o degli obiettivi fissi, ma funge da visione d’insieme per guidare le persone nella gestione delle complesse sfide presenti e future. Fa inoltre riferimento ai principi di inter- e intra-generazionalità e al principio di precauzione, oltre ai principi etici di giustizia e solidarietà. (Fonte: Posizione della conferenza di educazione ambientale, in tedesco)

Vi sono varie interpretazioni di come questo tipo di sviluppo vada perpetuato, ma SILVIVA, come la Conferenza sull’educazione ambientale, si affida a quella della sostenibilità forte. Ovvero, l’interpretazione che parte da una visione sistemica e secondo la quale il sistema economico s’inscrive all’interno di quello sociale, che a sua volta rientra in quello ecologico (vedi modello a torta nuziale di Stoccolma). Con questa prospettiva si ritiene quindi che qualsiasi attività umana è dipendente da una base naturale intatta. A ciò segue che il capitale naturale non può essere sostituito con altri tipi di capitale e ne deriva che la sua conservazione è di importanza vitale e che le azioni umane devono essere guidate dai limiti delle capacità di carico degli ecosistemi.

Concetto di sostenibilità forte – Modello della torta nuziale di Stoccolma

L’educazione ambientale nella natura (EAN) fa parte dell’approccio di apprendimento all’aperto.

La EAN trasmette attivamente temi legati alla natura e all’ambiente e si svolge principalmente in un ambiente naturale. Si concentra sulle esperienze nella e con la natura. Fornisce gli strumenti necessari per comprendere i fenomeni naturali e mira a promuovere un rapporto profondo, sano e rispettoso tra uomo e natura.

La riflessione, continuamente collegata all’azione, innesca processi di apprendimento su valori e atteggiamenti individuali e condivisi.

Confrontandosi direttamente con l’ambiente naturale, gli individui e i gruppi imparano a conoscere direttamente dalla natura a proposito di molteplici argomenti (naturalistici e non). La natura offre la possibilità di affrontare concetti complessi e interdisciplinari quali la sostenibilità o le interdipendenze, e altri argomenti più concreti quali le caratteristiche di un organismo o la riproduzione. Per questi motivi, quando si apprende in natura si apprende anche come funziona l’ambiente e che si è parte di esso; parallelamente quando vogliamo fare educazione ambientale tendiamo ad andare in natura per concretizzare e fornire basi alle conoscenze.

L’educazione ambientale tratta del rapporto tra persone e ambiente. L’attenzione si concentra sulla promozione della volontà di agire e sulla capacità di gestire le risorse naturali senza alterare i cicli e gli equilibri naturali e tenendo conto di tutti gli interessi in gioco (individuali, sociali, economici ed ecologici). Ciò richiede che l’educazione ambientale consenta alle persone di avere esperienze e percezioni proprie e di sviluppare la capacità di gestire situazioni contraddittorie. L’elemento centrale dell’educazione ambientale è l’apprendimento olistico, situato e autentico e per questo le esperienze nella e con la natura costituiscono una base importante. L’acquisizione di conoscenze e strategie d’azione è altrettanto centrale, in quanto forniscono capacità e volontà di contribuire attivamente e in modo autodeterminato a plasmare il proprio spazio vitale e il proprio futuro.

Senza un pianeta intatto che garantisca le basi per la vita, non può esistere uno sviluppo economico, sociale e sostenibile. L’educazione ambientale si concentra proprio su questo aspetto e dà quindi un contributo fondamentale all’educazione allo sviluppo sostenibile. (Definizione tratta dal documento di posizione della Conferenza di esperti per l’educazione ambientale, in tedesco).

 

Maglietta con smile e palla di piante

Dal punto di vista storico, la pedagogia della natura è considerata il punto di partenza per la contemporanea educazione ambientale. Mediante la pedagogia della natura si vuole che i partecipanti entrino in relazione con l’ambiente che lo circonda attraverso approcci olistici ed esperienziali, attivando sia un lato emotivo che sensoriale. Percepire il sé stessi (mente e corpo) e la natura che ci circonda aiuta a sviluppare un senso di appartenenza con il territorio. Per tali motivi questo tipo di pedagogia si presta a trattare tematiche complesse e astratte legate alla sostenibilità quali la ciclicità e le interrelazioni. Sia nella pedagogia della natura che nell’educazione ambientale attiva nella natura si cerca di suscitare interesse per la natura attraverso esperienze pratiche e intense. Al giorno d’oggi risulta difficile e spesso anche inutile delineare una netta distinzione tra i due termini, che hanno pratiche e finalità molto vicine.

Raccolta di erbe

L’apprendimento esperienziale mira a promuovere e sostenere lo sviluppo della personalità e delle interazioni sociali delle persone. Attraverso sfide progettate in modo mirato favorisce l’apprendimento consapevole e orientato all’azione. In questo caso la natura rappresenta un luogo ideale in cui fare esperienze, ma rimane tale: un luogo, uno sfondo in cui vivere l’esperienza che rimane il fulcro di questa metodologia didattica. Attraverso le esperienze e le conoscenze e competenze acquisite le persone sono poi in grado di agire responsabilmente all’interno dei loro campi di vita. (Vedi anche la definizione del gruppo specialistico pedagogia attraverso l’esperienza ERBINAT 2015)